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i Comunisti e Il diritto alla salute

14/10/2023 07:31

Carlo Romagnoli

Sanità,

i Comunisti e Il diritto alla salute

Breve resoconto sul dibattito che si è svolto a Gubbio domenica 8 ottobre in occasione della festa regionale del PCI Carlo Romagnoli Coordinatore Dip

Breve resoconto sul dibattito che si è svolto a Gubbio domenica 8 ottobre in occasione della festa regionale del PCI Carlo Romagnoli Coordinatore Dip Welfare Salute Sanità e servizi sociali PCI 

 

Se il diritto alla salute è messo in discussione dai processi di privatizzazione del Servizio Sanitario nazionale, i comunisti sono chiamati a difenderlo mettendo in campo una strategia politica e connesse iniziative in grado di attivare appropriati processi di reimpossessamento. A tal fine nel dibattito organizzato a Gubbio è stata esposta la strategia del partito e avviato un primo confronto strutturato tra forze politiche, sindacali ed associative che si pongono sul terreno della difesa e rafforzamento del SSN, puntando alla creazione di sinergie e convergenze. # La strategia del PCI prevede tre livelli di iniziativa per riappropriarci del nostro SSN:

 1) Primo livello, decostruire e togliere senso al tripode concettuale del neoliberismo in sanità: privato, individuo, mercato, tutti inequivocabilmente falsi: non esiste nessuno studio epidemiologico che dimostri la non inferiorità del privato rispetto al pubblico , ovviamnete da un punto di vista di popolazione; l’individuo deve gran parte della sua condizione di salute ai determinanti sociali ( cultura, lavoro, asseti territoriali, trasporti, energia, qualità cure parentali, etc) mentre solo servizi sanitari pubblici gli garantiscono la possibilità di accedere alle migliori cure efficaci; quanto al mercato, esso forse va bene per regolare la vendita dei pomodori, mentre per tutelare la salute occorre programmazione partecipata.

 2) Secondo livello, Lombardia come punta di lancia della privatizzazione e nostro terreno di attacco: Qui puntiamo ad attivare gia dal prossimo 28 ottobre data in cui terremo un evento a Milano, un Gruppo di iniziativa (GdI) sui danni da privatizzazione della sanità lombarda ( covid, mancata prevenzione, inquinamento, Pronti soccorso privati, ecc), un continuum politico che parte da Formigoni e arriva a Fontana con adeguati approfondimenti e controinformazione su gruppi finanziari che investono nella privatizzazione della sanità come San Donato, Humanitas, etc. al fine di scoprire magagne, analizzare procedure, individuare chi porta capitali e rendere odioso l’investimento nella sanità privata come già in parte avviene per gli investimenti nell’industria delle armi;

 3) Livello: Gruppi di iniziativa di ampiezza nazionale: 1) Coordinare azioni del PCI sulle aree di competenza: campagna nazionale per l’abolizione ticket, salute lavoratori, accesso alle cure efficaci..... 2) Scavare sulle criticità interistituzionali, chiedere incontri e attivare tavoli: a) dei comuni per crisi MMG e abbandono territori non metropolitani con Anci b) con regioni sud per autonomia differenziata 3) Monitoraggio e lotta alla privatizzazione ssn e condivisione analisi e proposte su Ssn, alle iniziative politiche della destra e privato, reinternalizzazioni in Piemonte e altrove GdI con altri partiti, sindacati e associazioni a livello nazionale e regionale 4) Ambiente e salute idem come sopra, appello e interazione con gli esposti involontari 5) Crisi dell’aziendalismo in sanità ( Cosmed et al) 6) Problemi legati al “Personale del Ssn” e del settore privato, numero chiuso, qualità formazione di base ed in servizio, contratti, remunerazioni, etc 7) GdI su servizi sociali ## La discussione che si è svolta domenica mattina ha previsto tre aree di interventi ed un dibattito: - la prima sulle lotte che cercano di fare fronte alla spoliazione dei servizi socio sanitari in Umbria promossa dalle politiche neoliberiste in sanità che costringono il pubblico a fare politiche di servizio al privato indipendentemente dal colore politico di chi gestisce l’amministrazione, lotte che devono a nostro avviso trovare terreni di convergenza sia per assumere peso politico che presenza di massa. Sono ormai ampiamente privatizzati i settori della diagnostica - strumentale e di laboratorio - e della specialistica ambulatoriale ambedue con liste di attesa fuori controllo mentre sono sotto attacco gli ospedali periferici svuotati di servizi e personale in modo da configurare una sostanziale disequità di accesso alle cure efficaci: a Spoleto sono in corso ampie mobilitazioni per evitare la smobilitazione dell’ospedale gia sede di DEA di primo livello, con un ruolo decisivo della Associazione Casa Rossa ( vedi doc di Aurelio Fabiani a fine testo) e che ha portato alla attivazione di un ampio fronte composto da cittadini, associazioni, sindacati di base, CGIL e Uil, nonché l’amministrazione comunale; a Orvieto, su spinta del sindacato CGIL pensionati si è sviluppato un ampio fronte che cerca di difendere la qualità complessiva dei servizi socio sanitari; purtroppo per motivi di salute il coordinatore territoriale che ha organizzato tali lotte, Ciro Zeno , non ha potuto essere presente per motivi di salute, per cui in allegato pubblichiamo il volantino che indice la manifestazione del 17 giugno 2023 e riporta i contenuti centrali delle rivendicazioni. - le proposte, dove assume speciale rilievo l’iniziativa portata avanti dal

 

 Sindaco di Parrano, Valentino Filippetti, che - di fronte all’evidenza del divenire della Regione un ente che assume pienamente le linee di smantellamento del SSN e della spoliazione che parallelamente subiscono le popolazioni dei piccoli comuni ( in Umbria oltre 80 su 92) dove mancano medici di medicina generale, bancomat, servizi sociali,… e più in generale tutto quello che non rientra nelle scale di “efficienza” della riorganizzazione capitalistica - vede come necessaria la assegnazione di maggiori poteri alla conferenza dei sindaci sulla programmazione dei servizi socio- sanitari, al fine di dare potere ai territori nel governo della salute; in tale direzione viene raccolta e adattata al presente la proposta di legge di iniziativa popolare per la quale il PCI raccolse oltre 3000 firme nel 2013; ( vedi nota di Valentino Filippetti in appendice); - gli approfondimenti, con tre interventi, il primo di

 

 Francesco Masciarelli (architetto) su assetti territoriali e salute, il secondo di Franca Pilia (Pedagogista, punto di ascolto PCI Foligno) sul rapporto genitori figli, il terzo di Anna De Carlo (Ass. Amici di Casare) sugli interventi necessari per garantire politiche di tutela e valorizzazione degli animali da affezione ( tutti e tre riportati in appendice). - il dibattito ha visto intervenire Barbara Mischianti della CGIL che avendo ascoltato tutti gli interventi, ha condiviso l’allarme per la caduta quantitativa e qualitativa dell’offerta socio sanitari in Umbria ed in Italia, collocandosi sulla linea di difesa del diritto alla salute sulla scorta della posizione assunta a livello nazionale dalla CGIL nella partecipata manifestazione del 7 ottobre a Roma (La via maestra), sottolineando l’effetto eversivo e distruttivo che avrebbe l’applicazione della autonomia differenziata sulla tenuta del SSN; l’intervento della CGIL che testimonia attenzione per le tematiche affrontate e dal nostro punto trova base materiale nei disagi e nei mancati accessi alle cure efficaci che colpiscono particolarmente i pensionati, categoria molto presente in questo sindacato, sollecita a sua volta ulteriori interventi: 

 

Bianca Alessi (PCI), Fabio Paganini (CUB)
 e Paolo Bernardini (PCI e CUB) sono intervenuti per rilevare le difficoltà create al SSN dalla espansione della contrattazione integrativa (11 milioni di lavoratori coinvolti, un giro di affari di 11 miliardi di euro con minori entrate da detassazione pari a 3 miliardi) e dall’offerta di polizze assicurative sanitarie (per le quali il Governo sta lavorando a particolari sgravi fiscali che ne favorirebbero l’ulteriore espansione) ponendo l’accento sulla necessità che le attività previste dal “sindacato di servizi” non siano in contraddizione con quelle del sindacato che tutela il diritto alla salute, mentre sulle specifiche scelte regionali,

 

 Fabiani di Spoleto evidenzia la necessità di una presa di posizione chiara sul problema del cosiddetto “Terzo Polo”, da cui la Cgil provinciale si è dissociata nella assemblea in piazza del 23 settembre, mentre il livello regionale aveva precedentemente appoggiato la proposta. Nel complesso il dibattito si è svolto in una clima in cui ognuno ha spiegato le sue ragioni senza eccessi di tono, nella consapevolezza che il diritto alla salute richiede, per essere garantito, chiarezza sulle scelte di fondo, coerenza nella loro applicazione anche in sede di negoziazione e la dimensione di massa che dia loro forza, creando a nostro avviso le condizioni per i futuri necessari confronti e interazioni.

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