“Nessun soldato israeliano verrà incriminato per l'uccisione della giornalista palestinese Shireenn Abu Akleh. Anche se è certo che ad ucciderla è stata una pallottola sparata da un cecchino israeliano. Nulla di nuovo, pochi si indigneranno per le ingiustizie nella terra dei poeti…”
Shireen ti chiamavi.
Donna, giornalista, palestinese.
Nella patria occupata raccontavi,
quello che pochi vogliono vedere;
soprusi, violenze, repressioni,
che non fanno mai notizia.
La Palestina è lontana,
non ha petrolio,
non ha niente da offrire,
se non la storia di un popolo fiero,
dove la poesia ha il suo regno,
dove le donne son fiere di esserlo,
dove un nazareno dalla pelle un po' scura
nasceva secoli fa.
Ma nella retorica immonda,
non c'è spazio per questo.
Shireen ti chiamavi.
Nei nostri cuori ti chiamerai sempre Shireen,
sorella delle speranze sognanti.