Ho già detto e scritto che comprendo ed in parte condivido alcune delle ragioni di critica che, da sinistra e in buona fede, vengono rivolte alla decisione del Pci di presentarsi da solo alle elezioni. La colpa di questa corsa solitaria dove ci sarà, come della ennesima frammentazione della sinistra, è di tutti e non può essere addossata solo al Pci. Per quanto mi riguarda rimane inevasa la questione della riunificazione dei comunisti e della sinistra e occorrerà riparlarne dopo le elezioni che spero non siano un disastro per chi è alternativo al Pd. Detto questo io credo che non si possa criminalizzare o deridere questa piccola formazione e i suoi aderenti. Il voto che va al Pci, non andrebbe ad altri partiti. Nel corso della campagna per la raccolta delle firme in Umbria ho scoperto un "popolo", per quanto piccolo possa essere, di comunisti, e non solo vecchi compagni di fede, ma anche giovani e persone di ogni età, che fanno della presenza, anche se molto idealizzata, del partito comunista in Italia e della sua simbologia, una questione decisiva e irrinunciabile. Sono persone generose e ingenue ma, nel panorama politico senza ideali di oggi, costituiscono una limpida rarità e una risorsa. Lasciatemelo dire così: un voto di pulizia di fronte alla merda politica che ci circonda.
Quando mi dicono ma che voti ancora comunista, che ci fai in un partito minuscolo, rispondo: lo so, il mio è un voto di testimonianza. Anche la testimonianza e il non arrendersi alla corrente dilagante, ha avuto un ruolo nella storia del mondo e della lotta tra le classi. La Storia l'hanno fatto più spesso le minoranze che le maggioranze.
E poi, in ogni caso il voto al Pci è un voto che si muove nell'ottica della ricostruzione in Italia di un partito comunista forte e incidente nell'ambito di una nuova sinistra. Non è un voto sprecato perché forse non eleggeremo parlamentari, ma cercheremo di trovare dei nuovi punti d'appoggio per questa impresa. Per questo, oltre che per i suoi ideali e per il suo programma, voterò Pci.
