Oggi scopriamo che l'Italia è l'unico Paese al mondo dove aumentano le spese, diminuiscono le entrate e i ritmi di sviluppo, eppure il debito diminuisce. E' tutto merito di Draghi S. Gennaro e del suo Def (Documento di Economia e Finanza) che prevede una discesa del debito al 147% sul Pil da oltre il 150 attuale, nonostante il dimezzamento del Pil stesso dal 4 al 2%, la diminuzione delle tasse (per i ricchi) e la spesa ulteriore di 5miliardi, dopo i 4,5 già stanziati per il rincaro dell'energia, che manterranno il deficit 2022 (e per i due anni seguenti) oltre il 5% (ricordate che, in base agli accordi di Maastricht, ora sospesi, doveva essere contenuto nel massimo del 3%) . E' evidente che c'è qualcosa che non funziona. Anche i documenti di finanza pubblica entrano nella sfera della propaganda di guerra., attraverso manovre e trucchi contabili che, ad un certo punto durane l'anno, renderanno necessaria, vedrete, una manovra aggiuntiva che colpirà la spesa sociale, anche se oggi è negata.
Ma a parte le furberie finanziarie spregiudicate del banchiere che ci governa, la lettura realistica del Def è drammatica. Programmare un Pil che, quest'anno e nei due successivi, scende al 2 e poi all'1,8% vuol dire rassegnarsi ad un aumento esplosivo della disoccupazione che non potrà essere compensato neanche da una, prevedibile crescente, precarizzazione. Se poi, altra previsione del Def, l'Italia sceglierà una riduzione o l'embargo del gas russo, il Pil subirà un calo ulteriore dello 0,8 o addirittura dell'1,1%, e vorrà dire precipitare in una pesante recessione. E' vero che l'aumento dei posti di lavoro non è mai stato nel mirino di questo governo ma, su questo ha ragione il Presidente di Confindustria, saremo al disastro economico. Quando Draghi dice scegliete tra la casa fresca e la pace, fa una truffa perché la casa fresca ce l'avremo se ci sarà la pace e non viceversa.
Bisognerebbe subito levare il bastone del comando a questi apprendisti stregoni guerrafondai che ci governano.