Scrivo questo post con molta malinconia, ma purtroppo quello che temevo e che avevo tenuto per me, è accaduto e sta accadendo. La maggioranza dell'area radical progressista ha deciso di accantonare l'ipotesi di una pace realisticamente possibile e di scendere anch'essa a sostegno del governo ucraino e del suo regime nazional nazista. Il discrimine di questo suo modo di essere è stato rappresentato, per una parte di essa, dal voto a sostegno di invio di armi all'Ucraina, per altra parte, che all'inizio aveva votato o si era schierata più o meno decisamente contro, dall'indebolimento o dall'abbandono di una battaglia, che non sia solo di facciata, su questo punto.
Non so se è chiaro, ma i nostri pacifisti hanno dovuto realizzare un salto teorico molto grande rimuovendo di colpo, stretti da superiori ragioni di Real politik, uno dei capisaldi del progressismo italiano: "alle armi non si deve rispondere con le armi"; "guerra chiama guerra", che era stato urlato in tutte le salse e in tutte le marce pacifiste degli ultimi decenni. Io non so come le anime belle a candide e i salotti dei nostri pacifisti, ambientalisti, femministi ecc. ecc., giustificheranno questa inversione a U. Quel che è certo è che dopo l'Ucraina il movimento pacifista cambia pelle e non so se avrà più ragione di esistere.
In questa ultima fragorosa Bad Godesberg, qualcuno sta tentando di resistere: studiosi, intellettuali, organizzazioni coraggiose come l'ANPI. Altri hanno ceduto o stanno sul punto di cedere le armi come, mi dispiace dirlo, la CGIL che lo fa con un comunicato nel quale il ni all'invio delle armi è messo in modo tale che è come se non ci fosse.
Ricaduta politica disastrosa per la sinistra è la ripresa a tutto regime del colletarismo piddino, le cui componenti di sinistra speravo e un po’ mi ero illuso, si potessero distaccare. E invece no; tutti insieme appassionatamente a comporre l'angolo insignificante di "sinistra" del "campo largo", in modo tale che il Pd, che si è rivelato il partito più atlantista, filo Nato e guerrafondaio anche a discapito degli interessi nazionali, si potrà presentare agli elettori come partito pacifista e tutore della libertà dei popoli.
Ah, dimenticavo...dopo aver mandato le armi a un regime nazionalista a forte componente nazista, si presenterà, manco a dirlo, come l'argine contro la destra.