Sabato prossimo, 26 gennaio, si svolgerà il Congresso regionale del PCI (Partito Comunista Italiano). Parteciperò da nuovo e recente iscritto e confido in questo appuntamento. Ci sarà un prologo dedicato al No alla guerra, in Ucraina e altrove, alla lotta per la pace e per l'uscita dell'Italia dalla Nato uscita senza la quale parlare di pace in Italia diventa un esercizio di pura retorica per anime belle, ma ipocrite. La Russia non è l'URSS, è un regime a capitalismo monopolistico di stato e Putin non è comunista e i comunisti, tranne che per la politica estera, sono l'unica opposizione vera e di massa che gli si oppone. Eppure la Russia ha diritto alla sua sicurezza, a non essere accerchiata e a tenere i missili americani lontano dal suo territorio, come fanno gli Usa con i missili russi. E gli USA devono capire con non possono essere più i padroni incontrastati del mondo.
Ma l'asse centrale del Congresso, oltre a discutere del nostro programma, sarà quello di lanciare una proposta di ricomposizione unitaria dei comunisti, in Umbria e in Italia, all'interno di un più vasto progetto di ricostruzione della sinistra. A mio giudizio si potrebbe cominciare con la individuazione di una sede di discussione, confronto e rapporto permanente, come prodromo alla costituzione di un soggetto comunista e di sinistra alternativo tanto al centro destra quanto al campo largo del Pd. Un polo che, anche in Umbria, dia speranza a coloro che vogliono uscire dal regime dei tutti sostanzialmente uguali e di un Pd scolasticamente più liberista e filoamericano della destra. Speriamo che i nostri interlocutori ci diano ascolto o, quantomeno, ci prestino attenzione. Il mantenimento di una diaspora a sinistra è soltanto funzionale a una sopravvivenza (forse) in forma mini testimoniale. Vedremo e speriamo.
Il Congresso comincia alle ore 15, alla Sala Pietro Conti della CGIL in via del Bellocchio a Perugia. Chi vuol venire, anche a dire la sua, sarà bene accetto.