1) AVANTI COME
Io penso che, per il punto al quale sono arrivate le cose, CGIL e UIL non si possono accontentare della concessione di qualche quisquilia, di apparenti aperture e di fumosi inviti al proseguimento della trattativa (quale?) che non mancheranno e devono attestarsi sulla richiesta di cambiamenti, almeno in parte sostanziali, della manovra. Mi pare che le piazze piene di ieri impongano, come obbligo e al primo punto, la coerenza rispetto alla strada che si è imboccata. E' vero che non si può fare uno sciopero generale al giorno, ma si può e si deve mantenere una mobilitazione sociale (che ha risvegliato una parte di popolo che era stata addormentata) che ascriva a sé i risultati, anche modesti, conseguiti e lavori per ottenerne di più grandi e significativi. Io penso che va abbandonata la politica della concertazione, ma più che proclamarlo va fatto. Penso che il governo, il Pd e il M5S adotteranno il bastone e la carota. In particolare il Pd, che ha visto messa in crisi la sua politica interclassista a dominanza padronale, continuerà ad alternare mielose, ipocrite e insopportabili espressioni di comprensione e di dialogo a possibili, anzi probabili, manovre destabilizzanti dentro il sindacato, aventi per oggetto l'attacco e la messa in discussione di Landini e dello stesso Bombardieri. Vanno sostenuti.
2) LA SINISTRA GUARDI IN FACCIA LA REALTA'
Posso dire di avere anche apprezzato la posizione che, sullo sciopero, hanno assunto Sinistra Italiana ed alcuni isolati esponenti come Fassina. Il punto è che mi pare che questa loro posizione cozzi e corra il rischio di essere del tutto vanificata, se non rivedono il loro progetto politico di alleanza col Pd e il M5S. Se non lo fanno, le loro parole fungeranno solo da immeritata copertura a sinistra per lo stesso Pd. A me pare evidentissimo che la ricostruzione di una sinistra in Italia passi attraverso l'opposizione (vera non quella sussurrata) al governo conservatore di Draghi e la rottura con i partiti d stampo liberale che lo sostengono e che, nel caso del Pd, ne sono addirittura, come dicono, l'architrave.
3) EMERGENZA INFORMAZIONE
Io credo che l'informazione di regime sia una grande questione di emergenza democratica nazionale. Detto da noi, pochi, che lo pensano in questa enorme disparità di mezzi e di forze, può sembrare quasi patetico. Abbiamo però l'autorità derivataci dalle nostre ragioni. Il modo come è stato sabotato, oscurato, ridicolizzato, criminalizzato lo sciopero ha qualche cosa di sconvolgente. Ma la cosa che spaventa di più è che tutte, dicasi tutte, le testate radio, tv, giornali (tranne due) si siano mosse in piena sintonia tra di loro. Lo fanno, da tempo, quando c'è da attaccare i Paesi che gli Stati Uniti eleggono a loro nemici o da sostenere la politica guerrafondaia di Biden. Ma il fatto che lo stesso metodo lo adottino oggi contro uno sciopero rende evidente che esiste una Regia di regime, un'organizzazione e un sistema di veline che coordina tutte le componenti del sistema tra loro. Io non avevo mai visto una cosa del genere. Chi controlla l'informazione vince oggi in politica e nell'ideologia. La forza della a/democrazia.