Due buone novelle giungono da Cuba. La prima è che il Paese sta uscendo gradualmente dalla pandemia riaprendo le attività, tra le quali quelle degli alberghi per i turisti stranieri, che sono linfa vitale per l'economia. Cuba ha vaccinato il 92% degli abitanti. I vaccini cubani (fatti col vecchio e sperimentato sistema del virus "dimezzato") sono nati con la previsione della terza dose di richiamo. Ieri ne parlavo con Gioia Minuti da l'Avana e commentavano con sottile ironia il fatto che nell'Isola, naturalmente, non ci sono no vax. E non ci sono, non per costrizione ma per una cultura scientifica e medica non corrotta dall'individualismo liberista che, nelle menti dei cubani come era da noi negli ultimi decenni del secolo scorso, nemmeno fa balenare l'idea del rifiuto di uno strumento che è fonte di vita.
La seconda bella notizia è il fallimento della protesta dei gusanos che si erano dati appuntamento per la "marcia della democrazia" lo scorso 15 novembre. Come al solito Cuba ha chiamato in piazza il popolo e non la polizia per difendere la Rivoluzione. Migliaia di giovani si sono dati appuntamento con balli e canti nelle piazze dove i controrivoluzionari volevano portare una fiumana di gente e dare la spallata decisiva al "regime". Uno dei loro capi, a libro paga della Cia, è stato assediato dentro casa sua, protetto, da una inferriata, da donne e madri cubane che gli urlavano traditore e venditore del diritto di Cuba a esistere. Il tipo è poi stato fatto uscire dal Paese richiamato in patria dai suoi padroni del Pentagono. Devo dire sinceramente che questo evento mi ha fatto piacere perché, in una situazione per Cuba drammatica, permette nuovamente di verificare le radici popolari e la straordinaria vitalità della Rivoluzione in un Paese che ha sopportato e sopporta cose di tutti i colori da a parte Usa e dei suoi alleati. Bene, avanti con la Rivoluzione. A proposito; per chi non sa lo spagnolo gusanos vuol dire vermi.