Oggi mi scalda il cuore il bel risultato del Partito Comunista della Federazione Russa (PCFR) nelle elezioni politiche, risultato che, proiettandolo oltre il 20% dei voti, ne conferma e ne consolida il ruolo di unica vera opposizione di sinistra e democratica al regime autocratico di Putin capace, in quanto tale, di intercettare e dare rappresentanza alla protesta sociale, alla stanchezza e alla delusione di parti importanti dell'elettorato nei confronti del despota russo. Il comunismo non è morto. Solo grazie ad un sistema maggioritario col 50% di collegi uninominali il partito di Putin, che scende in percentuale sotto il 50%, conserva una maggioranza solida o assoluta (adesso vedremo) nella Duma essendosi avvantaggio anche di irregolarità e brogli elettorali come il voto digitale di Mosca (che il PCFR ha denunciato e non ha riconosciuto) che, giungendo dopo quello in presenza, ne ha inopinatamente rovesciato il risultato. Non è vero che il Partito Comunista costituisca l'opposizione di sua maestà. La discriminante che corre tra le opposizioni a Putin è tra chi vuol mantenere il ruolo della Russia e chi la vuole svendere agli americani. Il PCFB è l'unica forza che costituisca un punto di riferimento ed una speranza per le popolazioni russe colpite dalla politica autocratica di privatizzazioni selvagge, di accumulazione delle ricchezze nella mani di una casta di crapuloni gonfiati dalla vendita dei beni pubblici che ha portato disoccupazione, emigrazione di massa nell'Europa occidentale, povertà e caduta nelle condizioni sociali delle categorie deboli e degli anziani.
L'ultima notazione che voglio fare riguarda ancora una volta l'incredibile, ridicolo, servaggio della informazione nostrana di regime euroatlantista che, oltre ad ignorare la vittoria dei comunisti, continua con la rappresentazione surreale delle vicende russe accreditando come protagonista delle elezioni un personaggio, Navalny, che non ha avuto e non ha nessun peso essendo, tra l'altro, in galera per per reati comuni. Addirittura i pennivendoli nostrani senza dignità e pudore (mi vergogno sempre più di essere iscritto all'Ordine del Giornalisti) arrivano a sostenere la ridicola tesi che il nazista Navalny avrebbe dato ai suoi (chi!?) l'indicazione a votare i candidati comunisti, concedendogli di poter così vantare un peso elettorale. Bugie da andare all'inferno. Io non ci credo, ma per una volta sarei contento che esistesse