L'11 Settembre 1973, con l'assassinio del Presidente Salvador Allende, si spegneva, a Santiago del Cile travolto da un colpo di stato militare voluto, ispirato e sostenuto dagli Stati Uniti d'America e consentito dalla borghesia cilena, il sogno di una grande trasformazione democratica in senso socialista di un Paese importante e a noi vicino dell'America Latina. Allende, socialista, uomo eroico, integro e d'onore, cadde col mitra in pugno nella difesa della Casa Rosada presa d'assalto dai golpisti di Pinochet, mentre migliaia e migliaia di comunisti, antifascisti e democratici venivano rastrellati e rinchiusi (ricordo le terribili immagini della tv in bianco e neo) nello stadio della capitale, divenuto un gigantesco, inumano, campo di concentramento. Molte di quelle persone, intellettuali come Juan Barattini (divenuto poi ministro del nuovo Cile), artisti come Marta Contreras e altri ancora, espatriarono, dopo il carcere, in Italia e vennero a Perugia accolti dalle istituzioni e dalla nostra città. Il Cile si avviò verso un periodo cupo e lungo della sua storia, una normalizzazione economica nella quale le multinazionali Usa tornarono a scorrazzare senza controlli, le risorse del Paese vennero privatizzate a beneficio di una casta di potere, riproponendo le stesse contraddizioni e radicali ingiustizie sociali che la rivoluzione democratica stava combattendo. La pressione americana non fu rivolta solo contro il sogno cileno, ma fu un monito a tutti i Paesi dell'America Latina e non seguire l'esempio del Cile e, soprattutto, a non seguire l'esempio di Cuba, il più grande faro accesso in un continente di repubbliche delle banane. Il Cile, ora, è tornato una Repubblica parlamentare ed una comunista è stata eletta Sindaco della capitale. Tempi nuovi e belli che speriamo che durino. Oggi, 11 Settembre, tributiamo ricordo e onore ai martiri e ai combattenti che si sacrificarono tanti anni fa.