Circa 4000 manifestanti hanno risposto dall’appello per una manifestazione nazionale di solidarietà con i lavoratori della GNK di Campi Bisenzio, in un caldissimo sabato di fine luglio, dopo che il Fondo di investimento britannico Melrose (la cui filosofia aziendale è ben sintetizzata dal motto “Acquista, valorizza, vendi”) ha spedito una mail a tutti i 500 dipendenti annunciando loro il licenziamento, grazie allo sblocco dei licenziamenti approvato dal governo del banchiere Mario Draghi, appoggiato da classe media ed elites.
La fabbrica, che produce componenti meccaniche destinate per i 4/5 alla ex FIAT e per il resto a ditte automobilistiche tedesche, a detta dei lavoratori godrebbe di buona salute dato che vi sono molti ordinativi, i macchinari sono di buona qualità e le competenze tecniche sono in grado di garantire la produzione e, in prospettiva, anche l’autogestione .
Ma il gruppo finanziario Melrose che occupa circa 60.0000 lavoratori in tutto il mondo, ha un fatturato di 8,77 mld di sterline, è quotato alla borsa di Londra come componente dell’indice FTSE 100, secondo il CEO Simon Peckham che lo guida da maggio 2012 può legittimamente licenziare tutto il personale della fabbrica - 500 tra operai e impiegati- e trasferire la produzione in altri suoi stabilimenti dove il costo della forza lavoro è più basso ed i regimi fiscali più convenienti, come la
Polonia o altri paesi dell’Est Europa.
Senonchè alla GKN i lavoratori hanno un alto livello di sindacalizzazione e rappresentanti sindacali lucidi e determinati. Così è stata immediatamente occupata la fabbrica ed attivate una serie di azioni di lotta ad ampio raggio, chiedendo fatti e prese di posizione al mondo politico (con il risultato che Comune di Firenze che si è impegnato con le parole e con i fatti, la Regione Toscana solo con le parole ed il governo nazionale senza le une e gli altri), ma soprattutto indicendo manifestazioni pubbliche ( vi è stato
uno sciopero con un presidio a Firenze lunedì scorso molto combattivo e partecipato) e convocato la manifestazione nazionale di oggi, con un video e appelli alla solidarietà che hanno evidentemente funzionato data l’alta partecipazione alla manifestazione di oggi.
Si tratta di una lotta che ha le caratteristiche per divenire una battaglia emblematica a livello nazionale: l’alto livello di sindacalizzazione produce una compatta adesione di tutti i lavoratori allo sciopero, le rivendicazioni hanno messo al centro dell’attenzione gli elementi in comune che oggi uniscono lavoratrici e lavoratori, tutte e tutti consegnati dal Governo Draghi all’arbitrio delle forze padronali, nonostante durante la pandemia siano già stati persi un milione di posti di lavoro, creando senso al fatto che se passano i 500 licenziamenti alla GNK, poi ne passeranno migliaia e migliaia in tutta Italia.
Ma la potenza della lotta messa in campo dagli operai della GNK si è anche espressa nel formidabile slogan che troneggia sui davanzali della fabbrica: “Insorgiamo!”, uno slogan che parla a tutto il variegato mondo colpito in Italia da molteplici, eterogenee e sempre devastanti forme di sfruttamento, riuscendo cosi a comporre dietro allo striscione di apertura che lo riportava a caratteri cubitali, soggetti politici che vanno dagli Antifa alla FIOM, passando per tutte le organizzazioni sindacali di base ed i partiti politici della sinistra comunista (presenti per il PCI, tra gli altri, il segretario nazionale Alboresi ed il responsabile nazionale lavoro Lanzella) oltre a molte organizzazioni di massa ed una miriade di collettivi vari.
“Insorgiamo” è un appello che da senso, raccoglie, unifica e soggettiva un noi che fino ad oggi non si è costituito ma di cui cresce ogni giorno la necessità e l’importanza, un noi che produce ricomposizione e potenza in quanto nasce da una lotta reale, dalla potenza di un soggetto plurale come le forme di sfruttamento che mettono in atto i padroni.
Negli interventi conclusivi, oltre alle molte attestazioni di solidarietà, abbiamo potuto ascoltare le dense valutazioni della giornata espresse da un intelligente rappresentante dei lavoratori della GKN, che descrivendo potenzialità ed ostacoli della vertenza ha saputo interagire con i molti presenti, ponendo loro le domande che di solito gli vengono poste: “Come va la lotta?” è un quesito che vale sia per la GNK che per i precari e gli sfruttati di tutta la società italiana, “Cosa farete ora?” è un problema dalla cui sapiente e radicale soluzione dipende la qualità della vita di tutte e tutti, dando così senso concreto all’insorgenza del noi.
Potrebbe anche essere una previsione azzardata, ma stamattina a Campi Bisenzio c’era molta soggettività e forse l’autunno di Draghi e dei suoi miserabili sostenitori potrebbe essere ben diverso da quello che i padroni e classe media hanno immaginato.