Essendo solito andare contro corrente, anche stavolta non voglio smentirmi e lo voglio, per di più, fare su quello che è un "feticcio" di una parte della "sinistra" che oggi rimane. Non per smentire tutto quello di buono, bello e importante che molti amici e compagni, in questi giorni, hanno detto e scritto sulla bontà delle idealità di quel movimento per la pace, che abbiamo tutti sostenuto e la inammissibile, sanguinosa, repressione del governo. Però io penso che ricordare e, per chi lo fa, celebrare Genova, non può eludere una domanda: perchè di quel movimento non è rimasto più niente? Come non è rimasto più niente della grande kermesse pacifista che si svolse in Brasile e che, per i radical antagonisti, avrebbe dovuto aprire una nuova era emancipatrice dopo quella del movimento operaio. Io penso perchè si trattò di un movimento elitario (fondamentalmente giovanile), senza radici e collegamenti popolari, lontano dai movimenti strutturali che, a sinistra come a destra, governano i cambiamenti della società. Se non sapessi di dire quella che oggi anche a sinistra è ritenuta la parola del peccato, lo definirei senza una visione di classe. Quel movimento per la pace nacque in esplicita contestazione non solo della guerra "capitalista", ma anche del pacifismo tradizionale del movimento operaio. Io penso che proprio la ricerca dell'araba fenice di una terza via, che non fosse quella di un aggiornamento della tradizione, sia alla radice del suo fallimento. In tutti questi decenni dallo scioglimento del Pci i radical estremisti hanno campato alla ricerca di ipotetici movimenti "sostitutivi" della contraddizione capitale lavoro. Di essi (femminismo, altermondismo, anti sessismo e altro), in tempi e modi leggermente diversi, non è rimasto più niente. Sarà ora di cominciare a pensare perchè?