Amministrative: dilaga la pratica della interscambiabilità dei candidati
Oltre alla storica e praticatissima tradizione dei trasferimenti per studio e degli insediamenti (ben riusciti) dei calabresi a Perugia, c'è oggi, come posso dire, una ulteriore analogia che lega le due regioni. La interscambiabilità dei candidati alle massime cariche. Quando ho letto che una capitana di industria di Calabria, certa Ventura (la cui famiglia era incappata in precedenti giudiziari) , è stata scelta come candidata comune alla Regione da Pd e M5S, ho subito pensato a Bianconi (e anche a Fodra), che sono stati candidati in Umbria per il centro sinistra, ma che avrebbero benissimo potuto esserlo per la destra. E' questione di casualità, amicizie, interesse e interessi, ma la politica e tantomeno l'ideale (che è?) c'entrano niente. Ma l'interscambiabilità è praticata a profusione dovunque. Ma perchè, a Milano, Sala e Albertini o chi altri del cdx, non potrebbero stare a parti invertite? E, anche a Napoli, se non ci fosse Bassolino e il candidato di sinistra (perchè non insieme?) non sarebbe la casa dei moderati e conservatori? O, per tornare a noi, voi pensate che, alle prossime regionali, sul piano della formazione politica culturale e della condizione sociale, Bori, Romizi e, per dirne un altro, Leonelli non potrebbero stare su parti invertite o magari anche tutti insieme? Figli delle stesse famiglie della buona borghesia professionale perugina, stesso Liceo Classico, amicizie comuni, stessa cultura borghese e concezione di una politica che, prima di tutto, è promozione di se stessi. E fa tredici. Banchieri, industriali, manager, ricconi. Tutti uguali. Quando mai torneremo a vedere un operaio candidato? Magari diverso dal suo padrone?