Quando cala il consenso pubblico e non ha nulla di dire agli elettori, il nostro ceto politico parlamentare, in parte pavido, in parte arrogante e mascalzone, si rifugia sulla questione dei vitalizi. Io la vedo in maniera del tutto diversa e, come ho sempre fatto, ci metto la faccia per dire la mia. Io penso che, sul taglio dei vitalizi già in essere, la Repubblica abbia vissuto una brutta pagina. Mi verrebbe di definirla buia per la lesione che è stata recata allo stato di diritto e per quella rivolta contro l'impianto costituzionale e istituzionale del quale i vitalizi, così come furono concepiti, sono parte costituente. Ignoranza e malafede si sono congiunte nel demonizzare una misura che fu concepita (e lo sarebbe tuttora) come strumento di indipendenza dei parlamentari e pagata con i contributi dei deputati e senatori in carica. Sui vitalizi si sono sublimati tutti i mali di un'Italia ricchissima di nefandezze, privilegi, caste di ogni risma. Migliaia di brave persone, che hanno servito con onore, dedizione e competenza la Repubblica e la causa comune dell'Italia, sono stati ridotti, nella considerazione pubblica, al rango di profittatori e ladri del popolo. Comunque uno può pensare quello che vuole dei vitalizi, ma la cosa inaccettabile e un allarme per tutti, soprattutto per i lavoratori e i pensionati, è il fatto che il loro taglio, giuridicamente insostenibile, sia stato fatto con una decisione politica. Che i vitalizi siano terreno elettivo della destra lo capisco; quello che non capisco è perchè una supposta e sedicente sinistra, il Pd e soci, continuino a seguirla, anzi a superarla, in questo burrone dell'antipolitica e in una drammatica cupio dissolvi della democrazia italiana che alimenta solo la cultura e la vittoria della destra. Quanto ai 5stelle mi fanno semplicemente schifo perchè è inaccettabile sentire giudizi morali da una casta, come sono diventati, che ha tradito tutti i suoi valori e principi (ammesso che ne avessero) per rimanere incatenati al Parlamento.