Nel 2016 a Bologna si è ricostituito il Partito Comunista Italiano.
Nel corso degli anni è apparsa sempre più chiara la necessità di una forza politica che riprendesse la strada iniziata nel 1921 e che ha fornito un contributo essenziale allo sviluppo del Paese, dando dignità e forza al movimento dei lavoratori. La battaglia contro il Fascismo, la Resistenza, la Costituzione della Repubblica, il diritto di voto a tutti, lo Statuto dei Lavoratori, la Legge sul divorzio, quella sull’aborto, la Riforma Sanitaria, sono alcune delle pietre miliari che hanno visto in prima linea l’impegno dei Comunisti.
Essere Comunisti in Italia non può essere un termine dispregiativo, bensì la scelta precisa di essere protagonisti delle battaglie per la pace, l’uguaglianza e lo sviluppo umano, essere contro il capitalismo ed il liberismo sfrenato, contro la proliferazione delle armi, contro il razzismo, contro la mafia ed il mal governo, significa lavorare per l’autodeterminazione dei popoli, per la salvaguardia dell’ambiente e per una sanità di tutti, pubblica, che dia accesso a tutti indipendentemente dalle possibilità economiche e che sia distribuita sul territorio per offrire la medesima efficienza e le stesse opportunità di cura.
Essere Comunisti vuol dire lavorare per uno sviluppo economico in sintonia con Territorio ed Ambiente, gestire con accortezza e senza speculazione i Beni Pubblici come suolo ed acqua ed avere a cuore la salvaguardia dell’aria. Viviamo su un pianeta a risorse non infinite e per questo occorre ridimensionare le ambizioni di crescita, riposizionando al centro l’essere umano, le sue necessità primarie e non più la produzione di utile. Dobbiamo fare tesoro delle esperienze acquisite, rivalutare l’agricoltura in funzione della produttività naturale del suolo e non più del massimo estraibile, valorizzando la qualità, la biodiversità e la tipicità nell’ottica di un equilibrio che deve essere sempre mantenuto. Allo stesso modo dobbiamo recuperare, valorizzare e sviluppare le risorse che ci sono e che sono importanti come il patrimonio artigianale e manifatturiero, spesso a livelli di eccellenza, che stiamo abbandonando e che rischiamo di perdere irrimediabilmente.
Quello che potrebbe sembrare un ferro vecchio, è il nostro orgoglio di essere Comunisti!
In Umbria il Partito Comunista Italiano, coerentemente con il livello Nazionale, ha rivolto una specifica attenzione ad alcuni temi importanti come ambiente, salute, lavoro e scuola. Abbiamo aperto una vertenza con la Regione sulla sanità, in particolare per quanto riguarda il Territorio e la sua partecipazione alla definizione di tipologia e fabbisogno di risorse, quindi per il migliore funzionamento e definizione degli ospedali. La strutturazione, la distribuzione, la potenzialità e l’adeguatezza dei punti di erogazione dei servizi e delle prestazioni, anche in termini di risorse umane, costituisce l’ossatura del servizio sanitario pubblico, ribadiamo pubblico, al quale vogliamo tendere. Sicuramente, la strada verso la quale saremo sempre contrari, è quella purtroppo in atto, di una sempre maggiore privatizzazione del servizio sanitario. Continueremo, come già da tempo a mettere in campo iniziative e mobilitazioni a sostegno del nostro modello di sanità pubblica.
Il nostro impegno sulle problematiche relative d ambiente e territorio è continuo. A Gubbio Terni e ad Orvieto abbiamo posto in essere azioni significative di contrasto alle contaminazioni derivanti da cementifici, inceneritori e discariche, proponendo soluzioni più adeguate ed indirizzate a cicli virtuosi di economia circolare
Siamo stati e siamo a fianco dei lavoratori delle aziende in crisi, degli agricoltori, degli artigiani, dei commercianti e di quanti, specialmente in questo periodo di aggravata difficoltà scontano problemi di varia natura. Proponiamo un lavoro fortemente imperniato sulla realtà Umbria, o meglio che vuole far ritornare un laboratorio l’Umbria, intervenendo sul potenziale disponibile di risorse , capacità e vocazione naturale, nei settori che da sempre hanno generato e sono ancora in grado di generare reddito sostenibile e benessere sociale. Questo modello deve in primo luogo garantire il riscatto dei ceti più deboli, deve combattere le infiltrazioni di ogni genere, non ultime quelle malavitose che sempre di più proliferano in Umbria.
In sostanza il PCI in Umbria c’è. Elabora le proprie strategie costruendo nuovi gruppi dirigenti e continuerà, come ha già fatto, a presentare con orgoglio e dignità il proprio simbolo in ogni futura consultazione elettorale. Stiamo anche sviluppando sinergie con altre formazioni politiche comuniste e con varie associazioni e rimaniamo disponibili verso quanti condividono le nostre iniziative, come già occorso relativamente al tema sanità ed al contrasto al Governo Draghi.
Una riflessione specifica merita la neo costituita Associazione XXI gennaio, nata per volontà ed iniziativa dei compagni di Gubbio, per dare un supporto alle persone che si trovano in particolare difficoltà in questo momento di accentuato disagio sociale.
Il giornale Nuova Umbria, costituisce pertanto una ulteriore e preziosa opportunità di far conoscere le nostre idee e presentare le iniziative proposte ed in atto, per sottoporle al confronto costruttivo ed alla discussione proficua con chiunque voglia interfacciarsi con noi.